Riflessioni e pensieri al 19 marzo 2020
E’ un periodo particolare che ci sta coinvolgendo tutti, durante il quale le nostre abitudini vanno via via cambiando. Anche il modo di vedere le cose cambierà.
Sono passati già dieci giorni da quando è uscito il primo decreto che a causa del coronavirus ci intimava di rimanere a casa. Durante questi dieci giorni di “casa forzata” ho cercato di mettere in ordine i miei mille pensieri e mi siete rivenuti in mente voi,
con tutti quei racconti sulla guerra e quegl’anni tragici. Non che questa sia una guerra, beh in certi termini si, ma non come l’avete vissuta voi, perché li c’era da sopravvivere sotto le bombe, da fare i conti con la fame, ma riecheggiano alla mente le vostre parole quando mi dicevate: “eh Fulvino, a te ti ci vorrebbe un po’ di guerra, mica tutti gli anni che abbiamo vissuto noi, ma un pezzettino ti basterebbe”. E’ chiaro, quella di questi mesi non è una guerra come l’hanno vissuta loro, ma è una guerra più subdola, contro qualcosa che a volte non comprendiamo fino in fondo. Veniva detta un po’ a battuta e un po’ sul serio, ma all’ora non me ne rendevo conto, anche perché poi veniva aggiunto un bel: ”Fulvio accontentati un pochino, non sei mai contento”.
Ci ho ragionato un po’ su e l’ho capito solo alcuni anni dopo che non era riferito alle mie ambizioni, alle mie aspettative ma quel “accontentati” non era riferito a limitarmi e a “stare con i piedi per terra”, ma stava per “sii grato per quello che hai, non dare tutto per scontato”.
Infatti non diamo tutto per scontato. Se per fare la spesa ci mettono in coda per ragioni di sicurezza sanitaria non facciamoci venire la smania per entrare il prima possibile. Facciamo un bel respiro e portiamo pazienza se proprio abbiamo furia. Al tempo della guerra non c’erano supermercati e questo adesso lo diamo troppo per scontato. Ovviamente questo è solo un esempio e ce ne sarebbero molti altri da raccontare, come quella che subito dopo il blocco “l’italiano” si è riscoperto improvvisamente maratoneta, anche se di maratone non ha mai fatte, l’ultima volta che è andato a correre è stato prima di Natale per affrontare i pranzi natalizi.
La gratitudine è non solo la più grande delle virtù, ma la madre di tutte le altre.
Marco Tullio Cicerone
Certo questa è una mia riflessione e non riguarda molto lo sport, anche se magari potrei inserirla in altri post futuri, portando ad altre riflessioni.
Concludendo questa parentesi filosofica comunico il regolare corso dei post riprenderà con una certa cadenza cercando di impiegare proficuamente il forzato tempo libero in più che abbiamo in questo periodo.
Al prossimo post.