Leggendo, sempre, si impara…..
Era Martedì 10 novembre, un giorno particolare per Firenze; il Papa faceva visita alla città e si era preannunciato un giorno di caos, soprattutto dal punto di vista automobilistico e di viabilità, quindi mi portai da leggere tra una commissione e un’altra.
Ero fermo con l’auto in un posteggio, ed ero in anticipo siderale rispetto all’ora fissata. Decidendo sul come far passare il tempo e comunque non avevo intenzione di sprecarlo, ma di trovare qualcosa per impegnarlo decisi di andare a prendere un caffè. Andai in un bar vicino, non troppo grande, presi il caffè e mi misi a leggere il giornale. Tempo 15 minuti ed ero di nuovo in auto. Mancava ancora mezzora al benedetto appuntamento, quindi decisi di leggere un po’ il libro che attualmente sto leggendo.
Il libro in questione è “Dove va a finire il cielo” , di Licia Troisi, un libro che non riguarda le storie fantasy per le quali è nota l’autrice, ma riguarda lo studio delle stelle e dei fenomeni che le riguardano descritto tutto in chiave narrativa. E’ il primo libro che leggo dell’autrice ma mi ha affascinato fin da subito, forse perché sono sempre stato affascinato da spazio e astronomia, compresa la fantascienza.
Leggendo il libro in auto e controllando volta volta l’orologio per non perdere la cognizione del tempo, inizio a riflettere e a fare ragionamenti mentalmente. Una cosa mi salta all’occhio, l’autrice mentre spiega dei fenomeni fa comunque paragoni con altri libri e/o personaggi di altri libri. Questo mi da da pensare. Paragoni che per scriverli bisogna conoscere quello con cui si sta paragonando e si sta facendo riferimento. I libri ai quali fa riferimento, anche se molti a tema fantasy, sono i più disparati. E per avere la completa conoscenza dei libri, per scrivere un riferimento appropriato, bisogna almeno averli letti.
Ed ecco che mi viene in mente Doug Wead. Per chi non sapesse chi è questo personaggio, tanto per scrivere qualcosa su di lui, è stato assistente alla Casa Bianca durante il mandato del Presidente Bush (padre ndr).
Qualche anno fa ebbi la fortuna di seguire un suo seminario, nel quale raccontava la sua esperienza. Dovete sapere che D. Wead ha scritto molti libri e viene (o almeno è stato) intervistato dalle tv statunitensi per avere delle panoramiche sul mondo escono/socio/politico. Durante questo seminario ha spiegato un concetto molto interessante, quello che mi è venuto in mente leggendo il libro di Licia Troisi. Prese un bicchiere e chiamò il traduttore sul palco, aiutandolo a riempirlo d’acqua. L’oratore non fece nessun cenno per fermare la mesciuta dell’acqua e questa continuò ad essere versata nel bicchiere. Cosa successe? L’acqua continua ad essere versata nel bicchiere fino a quando questa non traboccò, e finì sul pavimento. L’oratore continuò a versare l’acqua ancora per qualche secondo spiegando questo concetto:
la mente è come questo bicchiere e l’acqua le informazioni che vengono messe dentro. Per scrivere un libro, disse, ne devo leggere almeno trecento. Continuando ad inserire informazioni nella mente questa alla fine, come il l’acqua nel bicchiere, traboccherà; qualcosa uscirà per forza.
Il sunto praticamente è che più informazioni si inseriscono e più informazioni usciranno; gli americani definiscono questo concetto garbage in -garbage out (spazzatura entra-spazzatura esce). Ovviamente stiamo attenti a quali informazioni inseriamo, comunque un consiglio per chi si approccia alla scrittura (di qualsiasi natura), secondo il concetto descritto da Doug Wead, è leggere; leggere tanti libri.
Per lo meno faremo due cose, amplieremo le nostre conoscenze , non solo di argomenti ma anche di lessico e usciremo dalla media italiana; le persone che non leggono sono molte di più delle persone che leggono libri.